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Oratorio del Rosario

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L'edificio occupa l'estremità sinistra della piazza del paese intitolata a S. Pietro. L'oratorio fu dedicato alla Madonna del Rosario, il cui culto era molto sentito dagli abitanti di Ploaghe; fu costruito dai Domenicani che avevano il compito di diffondere la devozione per la Madonna.
La data di consacrazione è indicata nella facciata in un'epigrafe in lingua logudorese:1651. L'oratorio fu restaurato tra il 1983 e il 1988 grazie ai finanziamenti del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, infatti il lungo abbandono aveva compromesso le strutture a causa delle infiltrazioni d'acqua.

L'edificio ha una tipologia ricorrente negli edifici seicenteschi: una navata unica con tribuna, sacrestia a sinistra e una cappella laterale a destra; l'aula ha copertura a botte; il paramento interno è intonacato con alcuni elementi in pietra lasciati a vista. L'esterno è in conci di pietra calcarea sul fronte. Il prospetto ha falde inclinate, in basso si apre il portale architravato con fregio e sormontato da timpano classicheggiante, in asse con esso si apre in alto una finestra che invia all'interno un'intensa luce. Esiste all'interno anche una cantoria dove un tempo c'era un organo.

All'interno si trovano due altari, uno sulla tribuna e l'altro nella cappella, e un pulpito, strutture lignee considerate di alto valore artistico. L'altare principale ha un unico ordine formato da cinque scomparti suddivisi da colonnine tortili, tre sono costituiti da nicchie e due ospitano dipinti con storie della Vergine e di Cristo. Nelle nicchie laterali vi sono santi domenicani (Domenico e Vincenzo Ferreri), in quella centrale è collocata la Madonna col Bambino. Sopra la mensa vi sono le raffigurazioni dei quattro evangelisti e ai lati vi sono due pannelli con motivi di rose, in riferimento diretto alla Madonna. L'altare culmina nel suo fastigio con una edicola nella quale si trova il dipinto con "il Padre Eterno". La sua impostazione strutturale discende dai retabli degli altari cinquecenteschi. L'altare minore rivela la stessa maniera artistica; costituito da uno scomparto con nicchia nella quale vi è accolta la statua di Santa Veronica, ai lati vi sono colonne tortili binate che sostengono la trabeazione con fregio. In corrispondenza della cappella si trova di fronte il pulpito che ha forma rettangolare ed è sostenuto da leoni. Il parapetto è suddiviso da putti-cariatidi in specchi ornati da vasi con girali d'acanto, in quello centrale è riprodotto l'emblema dei domenicani, raffigurante un cane con fiaccola in bocca; infatti i domenicani erano accaniti combattenti delle eresie.

Nei pannelli sopra la mensa sono raffigurati gli evangelisti secondo l'iconografia tradizionale e sono accompagnati dai loro simboli abituali: l'angelo per Matteo, il toro per Luca, l'aquila per Giovanni e il leone per Marco. Le altre cinque tele raffigurano storie di Maria e un episodio riferito a Cristo: si tratta dei primi tre "misteri gaudiosi" e del "primo doloroso": L'Annunciazione, La Visitazione, La Natività, Cristo nell'orto degli ulivi. In alto c'è la raffigurazione del Padre Eterno.
Le scene hanno impianto semplice focalizzate sui personaggi chiave del racconto evangelico, nella Natività e nell'orto degli ulivi sono animate da scorci di paesaggio. Le scene sono caratterizzate da naturalezza, eleganza e traspare una nota poetica.

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